DALLE STELLE ALLE STALLE

Carissimi fedeli,

oggi voglio partire da questa espressione popolare per poter inquadrare uno dei tanti fuochi ddi attenzione, che presenta il Vangelo: è quello che vede protagonista l’apostolo Pietro, che nello spazio di pochi istanti passa letteralmente “dalle stelle” di una professione di fede integerrima, purissima, di acqua cristallina, “alle stalle” di un rimprovero durissimo di Gesù, che gli “dona” l’appellativo di satana: lui non l’avrà mai più dimenticato, per il resto della sua vita e del suo andare dietro di Lui; possiamo immaginare che seguendoLo ancora, a vederlo scuotendo la testa, quel titolo gli sarà pesato sul cuore come un macigno: satana, satana, io satana, perchè non penso secondo Dio, ma secondo gli uomini, ma cosa vuol dirmi Gesù veramente? Che cos’è questa croce di cui Lui parla? Scusate, mi aiutate a capire come si fa ad abbinare e a mettere insieme la figura del Messia, liberatore di popolo tanto atteso e l’annuncio di sofferenza e di umiliazioni umane così lontane dalle nostre aspettative, che io attribuirei meglio ad un servo?

In campo elettronico scriverei che i fili conduttori di corrente, nel suo cuore prima e nella sua mente poi, vanno “a massa”, causando un comprensibile ed aggiungerei benefico cortocircuito. Ti sentiamo nostro, carissimo Pietro, ti avvertiamo in queste crisi così vere, nostro amico, nostro fratello, mi riconosco in te, in questo tuo istantaneo passaggio dalle stelle alle stalle, ogni volta che anche io vado a “sbattere” contro il muro duro del mio ostinarmi a non comprendere che in quella situazione irrisolvibile e perciò difficile, sono chiamato io ad offrirmi ancora, perdendomi con la mia vita offerta per amore di Gesù.

Salutare crisi, se vissuta nella sincerità della fede e del confronto schietto, serrato ed onesto con quegli uomini di Dio, che Lui ancora non fa mancare sulle nostre strade; andiamoli a trovare spesso e poi finalmente trovato uno spiraglio di luce, ringraziamo umilmente Dio, per aver fatto un passo in avanti nel cammino di fede, cioè un passo in “giù” nel servizio ai fratelli, che ci fa non solo conoscere di più Gesù, ma anche assomigliarGli nei gesti e nei pensieri. Grazie, Evangelista S.Marco, perchè ci doni di comprendere che il nostro seguire Gesù è uno stare dietro il Signore, che non lascia mai il mondo come lo trova, che va avanti nella realizzazione del suo Disegno e attirandoci dietro, ci purifica dalle incrostazioni delle nostre comodità e dei nostri compromessi vantaggiosi.

Qui scopriamo quanti motivi di ragione ha Pietro di oggi, papa Francesco, quando soprattutto rivolgendosi ai giovani, dice che non possiamo seguire Gesù, stando sul divano, fermi e irremovibili nelle nostre posizioni; facciamo bene perciò a chiederci oggi: da quando conosco Gesù cosa è cambiato nella mia vita? In che modo la fede sta incidendo seriamente nel mio modo di pensare ed agire? Inoltre vogliamo, con l’immaginazione di cui siamo capaci, pensare Pietro che da questo punto in poi del suo seguire Gesù, lascia il cammino agevole della strada pianeggiante e comincia il cammino a tappe di una salita irta ed impegnativa, che richiederà a Lui di mettere in campo tutte le sue risorse ed energie, per non perdere il contatto con il “battistrada”, chiamato Gesù, che sullo stile del miglior Pantani, incide alla gara, dinanzi alle salite, ritmi non facilmente sostenibili; infatti vediamo che da subito Pietro comincia ad arrancare…

Grazie, Gesù, perchè ci doni tempo per conoscere il tuo impegnativo cammino a tappe, come un Giro d’Italia e ci chiedi non un restauro superficiale della nostra persona, un maquillage esteriore di facciata, tanto per far vedere agli altri che qualcosa è cambiato; la nostra conversione, cioè il nostro tentare di starti dietro ai tuoi ritmi di croce, costa sangue; è dura, e riguarda il pensiero, cioè il centro pulsante e vitale delle decisioni di una persona; a questo punto centrale del Vangelo, un discepolo come Pietro, che segue sinceramente Gesù, è come un indumento sporco, che passa nella centrifuga di una lavatrice, uscendone completamente rinnovato; del resto non ce ne accorgiamo? Scusate, il Pietro così umano, così nostro, vi sembra lo stesso di quello degli Atti degli Apostoli quando sarà capace di dare la vita come Gesù e per amore di Gesù? Ora possiamo dire sta in centrifuga ed accetta il rinnovamento, lì appare già “lindo e pinto”, “tutto rinnovato, proprio come Tu mi vuoi”, come cantano i Gen Rosso, in un canto d’offertorio, che a me piace tanto.

Un ultimo spunto di riflessione: da Chi o ancora per-Chi? Chi sono Io per te? L’Innamorato e lo Sposo della mia e della tua anima ancora oggi lo chiede a me e te e solo dall’intensità d’amore della risposta ne scaturisce l’intensità, rossa-sangue della nostra risposta-sequela di Gesù, Maestro e Signore, battistrada veloce, che non ci risparmia la fatica della salita, chiamata della Croce.

Don Luigi, servo vostro

15 settembre 2018, gregorio-de-stefano