SPOSTIAMO PIU’ IN LA’ IL NOSTRO CUORE!

Carissimi fedeli,

questa volta ho serio timore di averla fatta grossa e di indurre a pensare molti di voi che veramente ho bisogno almeno di una “calmata”, per non scrivere altro! Don Luigi, scusa, ma chi ha la capacità di porre più avanti o più indietro il suo cuore? E poi, per quale scopo? Parlaci per favore e fallo chiaramente!

Carissimi e carissime, ho semplicemente immaginato, nel preparare questa paginetta della Trentatreesima Domenica del tempo ordinario, che è solo la Parola, con la potenza del Suo Amore, che può compiere in noi questo prodigio e questa di oggi ho la netta sensazione che vuole proprio farlo in ognuno di noi: agli occhi di Dio, tante volte, abbiamo il cuore, cioè il fondamento della nostra speranza, troppo poggiato in questo mondo soltanto, mondo che spesso ci delude e ci tormenta, Gesù ci  ha detto chiaramente ci perseguita e ci odia; ecco allora dove volevo giungere: spostiamo, nella potenza dello Spirito e nel desiderio sincero di conversione il nostro cuore più in là di questo mondo e facciamolo già respirare aria di cielo, aria tersa e cristallina di Paradiso, piena di vitamina “D”i  luce, dove tignola e ruggine non consumano, ha detto in un altro passo Nostro Signore Gesù Cristo; scrivendo, mi sto accorgendo che in realtà quello che vado elaborando è riportato benissimo già nell’immagine classica della Speranza, la più piccolina delle sorelle e purtroppo spesso la più bistrattata virtù teologale: l’àncora!

Il marinaio, infatti, quando vuole che la barca resti ferma pure in mezzo ai marosi, la getta lontano ed essa, incagliata in una grossa pietra marina, fa sì che non si muova pur sbattuta dalle onde! Allora noi, gente di mare, e voi della costiera soprattutto,  gettiamo più volentieri l’àncora della Speranza, ma non qui nella barca di questo mondo, a che servirebbe? No, lì lontano nel mare ovvero lassù in alto nel cielo, per noi in condizione di riflessione. E intanto “balliamo” tra le onde e non scappiamo… Guai a noi se abbiamo Speranza in Dio solo in questo mondo, siamo da compiangere, scrive San Paolo: secondo me è uno dei motivi principali, per cui tante volte rischiamo di  “litigare” con Dio, perché non ne scopriamo la chiamata di alzare lo sguardo e volgerlo verso l’orizzonte amplissimo ed eterno, che ci sta davanti, laddove “il bello deve ancora venire”.

La Parola infatti proprio nei termini della bellezza parla di ciò che ci aspetta; avete ascoltato come me il profeta Malachia: “sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici” e “sta per venire il giorno rovente”, quasi stessimo all’equatore! Ma perché, ci chiediamo, forse qui stiamo nella notte, tanto che sta per venire il giorno o nella nebbia e nella tempesta, tanto che sta per venire il sole? Oh, guarda, che sorpresa! Ma non è vero anche per voi che si accetta più volentieri  la notte o la nebbia quando sappiamo con certezza di cognizione che verrà il sole del giorno, vero? Perché scrivi del poco, don Luigi? Noi sentiamo vero il molto, per cui il Sole addirittura lo attendiamo con ansia interiore! Allora volete sapere “di quaggiù” come ne parla Dio oggi? Nei termini di notte e di nebbia, nello specifico il Vangelo,  di lotte e di travagli, di persecuzioni e di sofferenze fino all’odio; sì, avete sentito bene, “odio”!

Vi siete scandalizzati/e forse? Ma in mezzo a tutto questo c’è già la luce nel mondo e siamo noi, siamo noi cristiani che illuminiamo e rischiariamo queste tenebre; siamo noi che attraversiamo questo tempo e questo spazio donando luce e Speranza, vincendo il mondo con l’elmo e lo scudo della Fede e tenendo fisso lo sguardo in Dio con l’àncora della salvezza eterna. La lotta è dura ma non ci fa paura! E’ un vecchio slogan dei cortei scioperanti ed  è vero in maniera traslata anche per noi cristiani. Io sento inoltre di ringraziare o meglio di dare un grande bacio a Gesù, perché per me lo merita tutto, sempre ed oggi particolarmente.

Volete sapere perché? Perché non ci ha negato la verità anche dura da accettare, non ci ha spinti ad andare o rimanere ancora dietro di Lui, donandoci illusioni vuote e dicendoci che poi Lui nei nostri guai avrebbe comunque “aggiustato” o “accomodato”, magicamente, le situazioni: niente di tutto questo; i veri maestri non mistificano mai la verità! Pane al pane e vino al vino; e allora odio e persecuzioni o travagli e insidie, scrive San Paolo. Ma allo stesso tempo, con il Vangelo tra le mani,  state ammirando il “mare” della Speranza: noi con la Speranza nel cuore possiamo attraversare tali “punti” bui e continuare a credere e ad amare, anche chi ci perseguita; che grandezza il cristiano nel mondo! Infine mi permettete un’ultima immagine: noi siamo soliti festeggiare la data della nostra nascita in questo mondo; ecco la  sfida biblica di oggi: e se provassimo anche solo a pensare con la Fede, la Speranza e la Carità, che lassù ci sarà una nuova nascita? Oh, vedi un po’!

don Luigi, servo della Speranza di Gesù

17 novembre 2019, gregorio-de-stefano