UN LAMPO NELLA NOTTE

Carissimi fedeli,

camminare nell’oscurità non è agevole per nessuno; ti costringe a sentirti insicuro, non sai bene dove mettere i piedi, cominci a brancolare e a sbandare; anche un piccolo squarcio di luce, di un solo attimo, può essere di grandissimo aiuto, perché ti permette almeno di vedere il cammino che hai davanti e puoi percorrerlo, conoscendo meglio il calpestio.

Carissimi, così mi sembra sia il cammino di fede di Pietro, che degli altri discepoli e di tutti i giudei che hanno ascoltato la catechesi di Gesù sul Pane di vita; ma non di meno è segnato dall’oscurità l’Esodo del popolo di Israele verso la terra Santa e poi la presenza e la vita nella stessa: ma ecco, ad interrompere il buio dell’incomprensione e della lontananza dalla parole del Pastore, due lampi, due fuochi, due luci rischiaranti il buio della notte della fede; nella prima lettura l’affermazione di fede del popolo di Dio, davanti alla dichiarazione e alla provocazione di Giosuè, mentre nel Vangelo la stupenda professione di fede di Pietro, “da chi andremo, Signore, Tu solo hai parole di vita eterna!”

Intorno, prima e dopo, la notte, il buio, il freddo e la paura di lanciarsi nell’indefinito e nell’incomprensibile alla sola mente umana, poverina; la notte, l’oscurità, l’incomprensione, la domanda, l’inquietudine, l’ansia spirituale anche dentro, anche dentro il cuore di Pietro e dei discepoli, per cui emerge ancora di più, anzi si staglia davanti agli occhi del nostro cuore, come statuaria, la fede di Pietro, che lascia parlare il cuore ed il suo “intuito spirituale”, che ha un guizzo, un sussulto, quasi un impeto e come i grandi eroi sportivi ai limiti delle proprie forze, si lancia oltre l’ostacolo, raccogliendo tutte le poche energie spirituali, rimastagli dentro, e dichiara il suo amore a Gesù ed ancora il suo Sì; si dichiara suo, semplicemente perché “rapito” dalle sue Parole, dentro le quali lui ha letto qualcosa o Qualcuno in più, ha fiutato come i cagnolini, scusate l’irriverenza, una Presenza Misteriosa, “che fosse quella di Dio”?, ed ora non può fare a meno di stare dietro quel fiuto, di continuare a stare dietro questo Maestro di Galilea dagli insegnamenti misteriosi ed affascinanti; non è semplicemente lui che va, come il profumo e il fascino di una bellissima donna, è attratto!

Mi sono domandato più volte in questa settimana: ma cosa in più degli altri ha capito con la sola ragione Pietro per dichiararsi, ancora e nonostante tutto, “discepolo”? Potremmo dire che Dio gli ha donato un’intelligenza superiore a quella degli altri, per cui aveva capito razionalmente cosa voleva dire quel mangiare la Carne del Maestro,ed è rimasto lì, fedele? Possiamo valutare il valore e la portata del nostro seguire Gesù solo da quello che abbiamo capito? Quante volte l’accoglienza anche liturgica dei Misteri d’Amore, che la Chiesa celebra, la leghiamo imprescindibilmente a quello che il popolo di Dio o qualcuno “ha capito”? Oggi mi sembra che Pietro ci dica che questo metro di misura non è evangelico da solo e che la fede e la fedeltà a Gesù nella sequela, non li possiamo misurare da quanto siamo in grado di “capire”. Pietro ha una spinta in più, una molla in più che lo aiuta a compiere quello scatto di fede, partendo, come Mennea ai suoi bei tempi, dai blocchi e dichiarando: corro ancora verso di Te, Gesù, ti vengo ancora dietro, ma ti prego, come Maestro, non interrogarmi cosa ci ho capito; io, se Tu vuoi, ti dico solo quello che il mio cuore ha intuito, quello che il mio animo ha colto, quel poco o quel piccolo che mi porto gelosamente dentro, per cui ti scelgo ancora, anche se tutti vanno via, per cui rimango incollato a Te, anche se la ragione vorrebbe protestare e dire, “ma che ci fai proprio tu, dietro di Lui”? La barca di Pietro ancora una volta è presa dalle onde, è agitata, è tentata di ormeggiare in porti più sicuri, umanamente parlando, ma il discepolo-capo ha il coraggio di gettare l’ancora lì, proprio nel porto “sulle orme di Gesù” e non proviamo a chiedergli, come si fa alle interviste televisive, “perché”!

Come dicevamo già Domenica scorsa, intelligentemente proveremo a chiedergli: Pietro, ma per-Chi? Può darsi che qualche parola motivata riceveremo come risposta. Grazie, Signore, perché, con queste lezioni bibliche, Tu ci stai dicendo di non preoccuparci delle nostre oscurità di cammino, delle notti che attraversa la nostra fede, delle tenebre con cui la nostra testimonianza nel mondo deve essere messa alla prova; preoccupiamoci seriamente, questo sì, se la nostra fede non ha più lampi di luce, momenti di slancio d’amore e “brividi” e sussulti del cuore, che possono, da soli, rischiarare il buio, con cui siamo chiamati, nostro malgrado, “a fare i conti”.

don Luigi, servo vostro

25 agosto 2018, gregorio-de-stefano