UN TRENO CHE NON AMMETTE RITARDI

Carissimi fedeli,

una delle caratteristiche nostre, popolo del Sud, tra le tante molto positive che facciamo sempre bene ad evidenziare, vi è quella di prendersela un  po’ comoda per gli appuntamenti di incontro che abbiamo fra di noi: facilmente, quindi, può capitare di registrare ritardi. Ma c’è un treno che non ammette ritardi! Oggi il Vangelo, in questa tredicesima Domenica del tempo ordinario, è quello del Regno di Dio da edificare senza esitazioni, secondo l’esempio prima e la predicazione dopo di Gesù; innanzitutto l’esempio: per costruire questo Regno quaggiù e soprattutto “installarlo” nei cuori Egli sente nell’animo che per Lui, Missionario del Padre, è giunta l’ora di partire senza ritardi, senza remore, senza resistenze e senza comodità; deve andare senza ripensamenti e nostalgie del passato: Gerusalemme l’aspetta ed in Lei, città Santa, Dio Padre ha dato l’appuntamento centrale di tutta la storia della salvezza! C’è un elemento così umano in Gesù che vogliamo guardare con occhi felici ed estasiati; grazie, Gesù, per la tua vera umanità in tutto come la mia: è quella del tuo volto teso ed  indurito! Che bello, grazie Gesù! Anche Tu, pur Figlio di Dio, hai dovuto forzare barriere e porte per entrare nel Regno, ma non quelle degli altri, nò, nò, ma solo quelle che sono venute dal tuo interno, dal tuo basso uomo e che Ti dicevano, come del resto dicono anche a me e a te: “ma lascia stare, ma dove vai, ma chi te lo fa fare, ma ne vale veramente la pena? Ma pensa un poco anche a te!” La tua umanità Ti fa sentire vicino alla mia e le tue resistenze umane per consegnarTi sono simili alle mie o ai miei ritardi nel lasciarmi crocifiggere dalle responsabilità e dalla Chiamata di Dio Padre, visto che tante volte facciamo finta, come i bambini la voce della mamma, di non aver sentito o di pensare che stia chiamando un’altro fratello. Ma allora anche a Te è costato partire, andare, soffrire e morire? Sì, hai dovuto anche Tu dialogare con te stesso e ci insegni con grande sapienza ed io non smetto mai di ringraziarti, che per ognuno di noi c’è qualcuno che possiamo forzare ad ascoltarci, che qualcuno, vuole o non vuole, ci deve obbedire, e questi ha un solo nome: è il mio io, ognuno il suo io, ognuno dialoghi con sé stesso e da se stesso solo pretenda l’ascolto alla Volontà di Dio e alla voce della coscienza sul bene, se ne è capace! Tu, o Gesù, non vuoi quindi che noi facciamo i bravi “Savonarola” per gli altri, quando noi non siamo capaci a farlo con noi stessi. Carissimi e carissime, è guidato dallo Spirito ed è benedetto da Dio quel dialogo intimo che noi siamo chiamati ad avere con noi stessi, quell’ascolto Santo e nascosto agli altri dei nostri sentimenti e dei nostri pensieri, anche quando siamo chiamati a registrare che il nostro io tutto vorrebbe fare tranne che compiere la Volontà di Dio. Qui sta l’opera di Dio in noi, quando parliamo a noi stessi e gli diciamo dolcemente, senza mai trattarci male, che Qualcuno un giorno ci ha gettati addosso un mantello e ha fatto di noi un cristiano o una cristiana, una catechista o un catechista e ci ha affidato una grande missione, avendo fiducia in noi; perciò forza e coraggio! Avanti nel costruire il Regno, sperando che il nostro treno sia un poco almeno come quello che guida Gesù: senza ritardi! E con gli altri, allora? Gesù come ha fatto? Ha detto loro che scendesse un fuoco dal cielo, perché non hanno accolto ed ascoltato, ribelli ed ostinati, chiusi e refrattari? Un fuoco, sì, ma di Misericordia, di Comprensione, di Compassione e di desiderio di dialogo comunque; ed ancora, agli altri, rimasti affascinati da questo Vero Maestro che insegna prima con la vita e poi con le opere, scegliendo di seguirLo, Egli ha dato indicazioni, insegnamenti chiari ed esigenti, perché il Regno è un treno che non vuole ritardi e soprattutto sui suoi binari non possiamo mettere intralci, come possono essere a volte i nostri affetti, anche giusti e legittimi come quelli che ci legano ai nostri familiari più intimi, oppure le nostre  paure e i nostri timori oppure ancora le comodità che ci portano sempre a fidarci solo di noi stessi o a fare un passo avanti solo quando abbiamo tutto pianificato e razionalizzato; altri ostacoli sui binari che impediscono al treno del Regno di proseguire la sua rotta possono essere anche i ricordi del passato, le nostalgie e l’incapacità di lasciare quanto pur di bello abbiamo compiuto ieri; ma il Regno è un treno che punta solo all’oggi da costruire senza esitazioni, avendo una grande meta da raggiungere che è la salvezza, la Gioia Eterna, nostra e quella dei fratelli e delle sorelle di viaggio.

don Luigi, servitore vostro

29 giugno 2019, gregorio-de-stefano