UNA TEMPESTA AMICA!

Carissimi fedeli,

con un’immagine cerco di raccogliere i tantissimi stimoli che ci dona la Solennità della Pentecoste, che oggi celebriamo; quando, dopo una notte intera di tempesta, ci rechiamo nelle strade della nostra città abbiamo modo di accorgerci di quello che il vento impetuoso è capace di operare: tutto è sconvolto, niente più è al suo posto, gli oggetti più leggeri sono stati portati via chissà dove, i rami degli alberi più sottili spezzati e gli alberi meno profondi e radicati addirittura divelti. Non è tanto facile, anzi quasi impossibile, da subito far ritornare le cose tutte come prima! E la Chiesa, invece?

Carissimi e carissime, allo stesso modo delle nostre strade, mi sembra che con la Pentecoste abbia vissuto per la prima volta una notte di tempesta, benevola però, amica dell’uomo e ne esca un poco con le ossa rotte, nel senso cioè di un sano scombussolamento e di un benefico sconvolgimento; ma ciò che più ci deve inquietare è che, dopo la prima notte di tempesta in Maria, tale opera per la Chiesa e nella Chiesa è continua! La Chiesa esce continuamente da una notte di tempesta amica, il suo cielo è sempre attraversato da una nube benevola (ricordate il cammino dell’Esodo?), nelle sue stanze soffia, agitandole perennemente, un vento di bufera potente e inarrestabile, capace di scompigliare sistemi ordinati con criteri solo umani. Attenti perciò, e non “a quei due” (come il telefilm), ma al Fuoco, carissimi e carissime, al Vento impetuoso! Se non vogliamo essere disturbati nel nostro essere e nei nostri piani, tanto nostri, quanto piccini, per favore chiudete con porte a doppia mandata, impiantate porte blindate nei vostri appartamenti del cuore, sistemate il miglior antifurto e cercate di non far entrare il Vento benevolo, perché se riesce e arriva, è pericolosissimo e tutto rinnova!

Carissimi e carissime, avrete ben capito che il mio vero appello è rivolto al contrario e che le porte blindate e serrate con dieci chiavistelli e con cancelli di ferro, richiamano proprio i cuori chiusi e impenetrabili alla Grazia, i cristiani e le cristiane troppo ancorati alle proprie idee e ai propri progetti: essi non accettano per nulla al mondo che qualcuno, fosse anche Dio, venga a creare un ordine diverso e faccia entrare almeno da qualche buchino un po’ di venticello. E se fossimo proprio noi per primi ad essere un po’ scombussolati nei nostri piani da questa nuova situazione che si è venuta a creare e ad essere chiamati a modi nuovi, a linguaggi nuovi, all’uso di strumenti nuovi per l’annuncio? Siamo disposti o ci arrocchiamo? “No, si è fatto sempre così!” Oppure peggio: “anche se tutto crolla, io non cambio!” Lello Arena nel film “Ricomincio da tre” promette a Massimo Troisi, che lo porta in bici, di farsi leggero; così anche noi oggi promettiamo a Dio di farci leggeri e disponibili perciò a lasciarci portare dove Lui, che è alla guida della bici-Chiesa, vuole e non dove vogliamo noi. Chi è l’esempio di questa leggerezza, che nel Vangelo si chiama docilità? Avete già capito, siete bravissimi e bravissime, lo sapete, è la Donna che come una fogliolina leggera il Padre con il Vento ha portato su strade impensate dagli uomini, fino ad imprimere in pienezza in Lei il Volto del Suo Amato e far entrare dolcemente nel suo cuore di Madre tutto Dio e tutti gli uomini.

E’ proprio pericoloso lasciarci portare allora in bici dallo Spirito, hai la sensazione di non essere più tu a guidare la tua vita, ma l’Altro e devi solo chiudere gli occhi e fidarti: può mai esser così stolto da farti sbattere contro un muro? Io, carissimi e carissime, non ho paura degli sconvolgimenti della tempesta, ma mi rattristano enormemente i cuori chiusi con porte blindate e mi domando dove le stanno comprando oggi tante persone, che sembrano così intoccabili da tutte le soffiate potenti dello Spirito Santo! Se ne avessi io la possibilità lo griderei proprio a tutti, che a Dio dispiacciono non tanto le nostre singole debolezze e fragilità, quanto soprattutto questa impossibilità perfino per Lui di poter penetrare, fosse anche per un “pertugino” nella nostra vita e parlarci! E’ amica la tempesta, vi assicuro, perciò per favore, lasciatevi condurre dal Vento, non abbiate paura! Però qualcosa io posso fare: semplicemente soffiare nelle sacche del mantice dello Spirito, perché sia pieno e quando lascia uscire tutta la potenza del vento possa creare quanti più sconvolgimenti possibili: “intenerisca” le rigidità inamovibili del nostro cuore, le posizioni rigide di chi non è mai disposto ad accogliere le ragioni dell’altro, le freddezze di chi pensa che il perdono sia un debolezza, la fissità di chi non riesce a fare un passo amorevole verso taluni fratelli e sorelle, lo squallore dei pregiudizi che ci vieta di incontrarci fraternamente nella Chiesa e il blocco dovuto alla paura che ci impedisce scelte coraggiose, radicali inaspettate. Allora pregherò e invocherò: soffia Vento; attenzione!

Don Luigi, servo, nella piazza del cui cuore il Vento sconvolge

31 maggio 2020, gregorio-de-stefano